Vivere Zanzibar al 100%
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Vi consigliamo di leggere questo inserto web dall’inizio alla fine, ma se volete fare una lettura veloce, soffermandovi solo sui punti che vi interessano di più, potete scorrere questa pagina fino al titolo dell’argomento che vi interessa.
Le informazioni possono essere soggette a variazioni, pertanto vi raccomandiamo di verificarle tramite l’Ambasciata o il Consolato del Paese se presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio.
Allora iniziate a pregustare la vostra vacanza e ricordatevi che il viaggio inizia quando sogni di partire.
L’arcipelago di Zanzibar
L’arcipelago di Zanzibar fa parte della Repubblica Unita della Tanzania, ed è formato da due isole principali, Unguja e Pemba, e da numerose isole minori.
Zanzibar deriva probabilmente dal persiano zanj, con cui i persiani indicavano le persone di pelle nera, zang-i bar significa infatti “Terra dei neri”. L’etimologia alternativa, ipotizzata sulla sola base dell’assonanza, proviene dall’arabo zanjabīl, che significa “zenzero”, una delle spezie più diffuse. L’arcipelago rappresenta al meglio la cultura swahili, la cui lingua predominante per molto tempo negli scambi commerciali fra Asia e Africa. Ancora oggi lo swahili è considerata lingua franca in gran parte dell’Africa orientale. Stone Town, il centro storico della capitale di Zanzibar, è pieno di testimonianze architettoniche e storiche della cultura swahili. Per questo è stato dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO.
Zanzibar fu luogo chiave del commercio di schiavi a est dell’Africa e via delle spezie. Attualmente la produzione di noce moscata, cannella, chiodi di garofano, pepe e zenzero, hanno un ruolo importante nell’economia locale. Il turismo si è sviluppato negli ultimi decenni, grazie al patrimonio naturale, paesaggistico e culturale dell’isola.
Il territorio
Zanzibar è un arcipelago dell’Oceano Indiano, posizionato di fronte alla costa orientale della Tanzania, poco più a sud dell’equatore.
È formato da due isole principali, a sud Unguja, detta anche Isola di Zanzibar, a nord Pemba e da oltre quaranta isole molto più piccole, alcune delle quali disabitate. La distanza minima tra l’arcipelago e la costa continentale è di circa 40 km nel Canale di Zanzibar, che separa Unguja dall’entroterra. Invece maggiore è la distanza tra Pemba e la costa. La distanza tra Unguja e Pemba è di circa 50 km.
La più grande delle isole minori è Tumbatu, esse sono distribuite intorno alle due isole principali.
Le isole che formano l’arcipelago sono collinose e un tempo coperte da foresta pluviale, che nel corso del tempo è stata abbattuta per fare spazio al terreno da coltivare. Per vedere tratti di foresta originaria bisogna recarsi nelle tre aree naturali protette principali: foresta di Jozani a Unguja e le foreste di Ngezi e Msitu Mkuu a Pemba.
Clima
La posizione geografica equatoriale provoca una bassa escursione termica durante l’anno solare generando temperature medie intorno ai 26 °C.
Il clima di Zanzibar può essere così suddiviso: a maggio vi è la stagione delle grandi piogge, da ottobre a novembre la stagione delle piccole piogge, da giugno ad ottobre la stagione secca, da novembre a marzo la stagione calda.
La storia
I primi abitanti dell’arcipelago furono le popolazioni bantu, provenienti dalla costa dell’Africa orientale, organizzate in piccole comunità agricole.
Verso la fine del primo millennio in Africa orientale ci fu una rapida espansione commerciale araba e persiana, che interessò le coste della Tanzania, del Kenya, e la stessa Zanzibar.
Nel periodo shirazi, le civiltà persiana e araba crearono insediamenti stabili, che progressivamente assunsero le connotazioni di città-stato. Nello stesso momento, i colonizzatori si mischiarono con le popolazioni native bantu, dando origine alla cultura swahili. Essa è un mix di tratti africani, mediorientali, persiani e di altre provenienze asiatiche.
Alla fine del XV secolo, i Portoghesi saccheggiarono ripetutamente le città costiere dell’Africa orientale e le dominarono, per controllare gli scambi commerciali tra Africa e Asia al posto degli arabi. La civiltà swahili si avviò così al declino insieme alle grandi e gloriose città stato della costa.
Il forte arabo di Stone Town fu costruito dagli omaniti proprio per contrastare le aggressioni portoghesi.
Alla fine del XVII secolo, il sultanato di Oman iniziò a espandersi in Africa orientale, scacciando progressivamente i portoghesi. Nel 1698 Zanzibar entrò a far parte del sultanato e riconquistò un ruolo importante nei commerci, avorio, spezie e soprattutto schiavi.
L’isola divenne importante e nel 1840, la capitale del sultanato fu spostata da Muscat all’odierna Stone Town. In seguito a una lotta di successione interna, nel 1861, Zanzibar e Oman si divisero e nacque il sultanato di Zanzibar.
Negli anni successivi, gradualmente i possedimenti del sultano di Zanzibar sulla costa orientale passarono nelle mani delle potenze coloniali europee.
Nel 1890 con il trattato di Heligoland-Zanzibar, sancito tra Regno Unito e Germania, viene assegnato agli inglesi il controllo di Zanzibar, che divenne un protettorato britannico. Il sultano di Zanzibar rimase formalmente capo del protettorato, ma di fatto era sottoposto ai consiglieri britannici. Gli inglesi, che avevano condotto in tutta l’Africa una grande campagna anti-schiavista, imposero al sultano l’abolizione ufficiale della schiavitù.
Nel 1896 a causa di un tentativo della dinastia omanita di scegliere un sultano non gradito agli inglesi, scoppiò una guerra lampo, che si concluse, dopo soli 45 minuti di bombardamento navale della capitale di Zanzibar da parte della marina inglese, con la resa del pretendente al trono.
Zanzibar rimase sotto il controllo del Regno Unito fino al 1963, anno in cui fu concessa l’indipendenza al sultanato, che per breve tempo divenne una monarchia costituzionale. L’anno seguente esplose la rivoluzione di Zanzibar, che durò solo nove ore, ma pose fine al sultanato e istituì una repubblica di stampo socialista. Il 26 aprile del 1964 Zanzibar fu unita a Tanganica e il 29 ottobre prese il nome attuale di Repubblica Unita della Tanzania.
La popolazione
La popolazione di Zanzibar è si quasi un milione di persone, la maggioranza di origine bantu, mentre il secondo gruppo etnico è di origine persiana, noto come shirazi. La parte rimanente della popolazione è invece di origine araba o indiana.
Questi gruppi etnici non sono distinti in modo netto, poiché i matrimoni interetnici sono piuttosto diffusi.
Circa i due terzi della popolazione di Zanzibar vive sull’isola principale di Unguja, soprattutto nella parte occidentale.
Il più grande insediamento è la città di Zanzibar, che comprende la città storica di Stone Town e il territorio urbano circostante. La seconda città più popolata è Chake Chake, a Pemba con circa ventimila abitanti. Gli altri insediamenti sono piccoli villaggi.
La maggior parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il reddito medio annuale è di 250 USD.
Circa il 97% della popolazione da Zanzibar è di fede islam; il restante 3% comprende soprattutto cristiani e induisti.
L’economia
Fin dall’antichità, l’arcipelago di Zanzibar è un importante produttore ed esportatore di spezie, che vanta un primato mondiale nella produzione di chiodi di garofano. Oggi però a causa della globalizzazione e di una cattiva gestione interna della produzione, Zanzibar è stata soppiantata dall’Indonesia.
Il settore turistico è in continua crescita ed è sostenuto dall’attività del governo.
Dal 1988 si è diffusa sia a Unguja che a Pemba la coltivazione di “alghe rosse”, importate dalle Filippine. Le alghe, destinate all’esportazione, sono impiegate nell’industria alimentare per produrre l’addensante noto come carragenina e nell’industria dei cosmetici.
Ogni anno si tiene lo Zanzibar International Film Festival ZIFF, festival cinematografico comunemente considerato uno dei più importanti eventi culturali dell’Africa orientale.
Fauna
Durante l’ultima era glaciale le isole dell’arcipelago di Zanzibar, in particolare Unguja, erano connesse al continente. Per questo la loro fauna è correlata a quella del continente, anche se con alcune differenze che riflettono il successivo isolamento.
La specie endemica più nota di Unguja è il colobo rosso di Zanzibar, Procolobus kirkii, uno dei primati africani più rari. Questo animale ha una popolazione totale di circa 1500 esemplari, un terzo dei quali si trova nella foresta di Jozani. Il colobo rosso si differenzia dai colobi continentali per il colore della pelliccia, le abitudini alimentari e il verso. Anche il leopardo di Zanzibar, considerato ormai estinto, e la genetta servalina di Zanzibar sono endemici di Unguja
Allo stesso modo la fauna di Pemba si differenzia da quella del continente per via del prolungato isolamento. La volpe volante di Pemba è la specie endemica più nota dell’isola.
Nelle poche aree di foresta rimaste sono presenti una varietà di scimmie, cinghiali, civette e manguste e piccole antilopi.
Nell’arcipelago non ci sono animali selvatici di grandi dimensioni, né grandi predatori. E’ caratterizzato da una ricchissima avifauna e dalla presenza di numerosissime specie di farfalle tropicali.
La cucina
La cucina di Zanzibar è nota nel mondo per le sue insolite combinazioni di sapori, che riflettono il passato movimentato dell’isola e dell’arcipelago. Ricette arabe, indiane ed europee si combinano tra loro, a volte adattate ai prodotti alimentari tipici del luogo, come pesce, frutti di mare, spezie e frutta tropicale.
Lingua
Il kiswahili o swahili e l’inglese sono le lingue ufficiali.
Cosa Visitare
Naturalmente vi consigliamo di visitare la capitale, Zanzibar, con i suoi meravigliosi palazzi, come quello del Sultano e la Casa delle Meraviglie (Beit el Ajab).
Non può mancare una visita al bazaar, tra spezie, frutta e coloratissimi banchi di stoffe.
Da vedere poco fuori dalla città, le rovine del palazzo di Marahubi, l’harem del sultano e la caverna degli schiavi, dove gli uomini venivano ammassati prima di essere caricati sulle navi negriere.
Segnaliamo anche la casa dove alloggiò l’esploratore inglese Livingstone, prima di partire alla ricerca delle sorgenti del Nilo, il Zanzibar National Museum, la cattedrale anglicana, costruita dove c’era il mercato degli schiavi e, accanto, la casa di Tipu Tip, il più ricco mercante di schiavi, trasformata in museo.
Imperdibile una visita a Stone Town, la parte vecchia di Zanzibar, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Un labirinto di vicoli su cui si affacciano case, negozi, bazar e moschee, un panorama architettonico variegato, moresco, arabo, persiano, indiano, europeo coloniale. Le case della città vecchia sono costruite in luccicanti blocchi di coralli e sono caratterizzate da numerosi balconi.
L’Isola Mafia offre uno scenario incantevole ed è circondata da un mondo subacqueo straordinario. L’isola, ancora sconosciuta al turismo di massa, offre spiagge bianche, fondali ricchissimi, foreste, colline e piccoli villaggi di pescatori.
La presunta casa natale di Freddie Mercury si trova nel centro di Stone Town ed in onore del celebre cantante è stato battezzato un ristorante sul lungomare e un crostaceo isopode endemico dei coralli attorno all’isola zanzibariana di Bawe, la Cirolana mercuryi.
Proprio il lungomare di Zanzibar City rappresenta una meta imperdibile, soprattutto i giardini Forodhani in cui di giorno si può trovare un pò di fresco sotto agli alberi e di notte una miriade di bancarelle, dove gustare spiedini, pollo fritto e tante prelibatezze locali.
Cosa sapere prima di partire
Corrente elettrica: 220 V con prese a lamelle piatte, per questo è consigliabile munirsi di adattatore.
Mance: non è obbligatoria ma serve ad assicurarsi un buon servizio
Telefonate per l’Italia: 0039
Telefonate dall’Italia: 00255
Telefonia: chi dispone di un cellulare italiano può ricevere ed effettuare chiamate (consigliamo comunque di rivolgersi al gestore). Durante i safari nelle zone interne del paese le comunicazioni non sono garantite.
Fuso Orario: 2 ore in più rispetto all’Italia, 1 con l’ora legale.
Il calcio è molto popolare a causa del lungo periodo di dominazione britannica. Zanzibar ha un proprio campionato e una propria nazionale, che però non è riconosciuta dalla FIFA.
Documenti necessari
Il Passaporto deve avere validità residua di 6 mesi al momento dell’ingresso nel Paese.
Il Visto d’ingresso è necessario ed è valido per l’intero territorio della Repubblica Unita della Tanzania, compresa Zanzibar. Va richiesto preferibilmente, prima della partenza, presso l’Ambasciata di Tanzania a Roma o presso il Consolato di Tanzania a Milano. Il modulo può essere scaricato dal sito web www.tanzania-gov.it. Coloro che, per un qualsiasi motivo, non potessero richiederlo in Italia, possono ottenerlo anche all’arrivo nel Paese presso l’aeroporto internazionale di Zanzibar. E’ fatto divieto assoluto di effettuare qualsiasi attività lavorativa se muniti di solo visto turistico. Sono frequenti i casi di arresto e di pagamento di costose ammende per chi è sorpreso dalla Polizia senza il visto che consente lo svolgimento di attività lavorative, volontarie o commerciali.
Consigliamo comunque di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata o il Consolato del Paese se presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio.
Situazione sanitaria e vaccinazioni
Non sono richieste vaccinazioni obbligatorie. È richiesta la vaccinazione contro la febbre gialla per chi arriva a Zanzibar dal Kenya.
Il sistema sanitario locale è molto carente sotto il profilo delle attrezzature, del personale e della disponibilità di farmaci specifici.
Si consiglia di stipulare, prima di intraprendere il viaggio, un’assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese.
Prima della partenza, è preferibile consultare un medico circa l’opportunità di sottoporsi alla profilassi antimalarica ed eventualmente vaccinarsi contro colera, tifo ed epatite A e B.
Si consiglia di:
• acquistare bevande in contenitori sigillati;
• bere acqua e bibite imbottigliate senza aggiungere ghiaccio;
• trattare l’acqua per uso alimentare (bollitura per oltre venti minuti, filtrazione e decantazione);
• evitare verdura e frutti di mare se non cotti;
• consultare immediatamente un medico e richiedere le analisi del sangue ai primi sintomi di malessere (vomito, febbre, diarrea).
. È raccomandata la profilassi antimalarica (dopo il tramonto è preferibile indossare abiti con maniche lunghe, pantaloni lunghi e fare uso di repellenti).
Norme di guida
Patente internazionale (modello Convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968)
Senso di guida: guida a sinistra, sorpasso a destra.
La polizia può chiedere ai conducenti di sottoporsi a un test dell’alito. Il limite legale è di 0,05%
La polizia è autorizzata a percepire l’ammontare di una multa sul posto.
È obbligatorio indossare le cinture di sicurezza sui sedili anteriori dei veicoli.
In caso di problemi con le Autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) si consiglia di informare l’Ambasciata o il Consolato italiano presente nel Paese per la necessaria assistenza.
Valuta
La moneta ufficiale è lo Scellino tanzaniano.
Non esistono particolari restrizioni per l’importazione di valuta. I traveller cheques sono accettati nei principali alberghi di Zanzibar e nelle banche.
Le carte di credito non sono ancora molto diffuse.